INTERVISTE E CONFRONTI: CORNELIA BADELITA, artista visiva

 


Spazio PPP: Ciao Cornelia, ci descriveresti il tuo lavoro e la tua ricerca?

Cornelia Badelita: In un tempo e contesto ossessionati dal tema del doppio e della replica, dal rapporto tra natura e artificio, dall'essere e l'apparire, dove il vero e il falso ormai faticano a determinarsi a vicenda, ricerco attraverso la pratica della pittura - specificamente il genere natura morta come palcoscenico (realtà/finzione) - una dimensione, un mondo parallelo, un tempo circolare che abita ed è regolato da leggi proprie, dove il fattibile si coniuga con l'inconsueto.

È lo spazio dove il dubbio, l’illeggibilità, la ripetizione differente, la riflessione/riflesso, attraverso una ritualità immersiva e il perenne esercizio di perfezionamento della forma e del contenuto consente la decostruzione/destrutturazione, l'annullamento della forma o al contrario ne crea il perfetto simulacro per permettere infine un'interpretazione libera, incontaminata.


SPPP: Quali sono le tue riflessioni rispetto lo stato dell’Arte nel panorama culturale italiano?

CB: È un'argomento sul quale, egoisticamente e superficialmente, non ho riflettuto molto e per via delle innumerevoli e complesse dinamiche non potrei che dare un giudizio approssimativo.


SPPP: Hai progetti che vorresti realizzare, che non hai ancora realizzato o che stai realizzando di cui vorresti parlare?

CB: Progetto/percorso nel mio caso credo siano la stessa cosa. È un progetto unico che credo mai riuscirò a considerare completato, perché di fatto consiste in continue domande alle quali multiple e varie sono le risposte, come le soluzioni; quindi mi piace pensare all'idea di un progetto che sarà interrotto naturalmente e  non completato, che lascerà spazio a nuovi o ai soliti interrogativi, risposte e soluzioni inaspettate.


SPPP: Spazio PPP è uno spazio fisico ma anche un archivio virtuale. C’è qualcosa che vorresti trasmettere, che possa rimanere come traccia leggibile del tuo pensiero presente, al futuro?

CB: Pensiero presente: guardare oltre il mondo che il nostro "vedere" sembra permetterci,  guardare oltre lo specchio che porta alla somiglianza con la morte, imparare nuovamente a vedere e a dare tempo alla riflessione.

“Lo specchio, immagine dell'occhio, sorprende l'occhio con un'immagine del suo sguardo” (da “Lo specchio del mondo” di Hans Belting).


SPPP: Negli ultimi due anni, l’esperienza artistica e sociale si è confrontata con nuove realtà e modalità di approccio, ne è esempio l’incremento del virtuale e dell’utilizzo dei social per la diffusione delle opere. Ma diffusione e fruizione non sempre vanno di pari passo per tempi, modi, luoghi, necessità. Cosa ne pensi a riguardo?

CB: L'arte, specchio della società.
Gli specchi si sono moltiplicati e gli innumerevoli riflessi che si sono creati portano lo sguardo nell'abisso, nella confusione dove non c'è confronto e il dialogo non più richiesto. Senza dire niente di nuovo e senza demonizzare, credo che il mondo virtuale abbia una grande potenzialità, bisogna capirne i limiti.

Come dicevo prima è un mondo di riflessi, un'enorme vetrina e come tutte le vetrine c'è uno spazio che divide lo spettatore dall'opera.


Instagram: @corneliabadelita




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