Interviste e confronti: Marcella Pralormo, artista, curatrice. Progetti di arte e benessere.


SpazioPPP: Buongiorno Marcella, ci parleresti di te e della tue molteplici identità (artistica, curatoriale, manageriale...) e come influiscono l'una sull'altra?


Marcella Pralormo: Buongiorno Spazio PPP, come giustamente avete osservato io sono una figura con diverse professionalità, che non ama identificarsi in un unico ruolo. Per formazione sono una storica dell'arte, ho studiato in particolare la storia delle tecniche artistiche e ho una specializzazione in museologia e museografia che mi ha portato a lavorare molti anni nei musei. Ho lavorato a Palazzo Grassi, a Palazzo Bricherasio, alla GAM e ho diretto la Pinacoteca Agnelli per vent'anni. I progetti su cui mi concentro dal 2022 ad ora hanno come comune denominatore l'Arte e il Benessere, o meglio, l'arte come portatrice di benessere per le persone. Il tema dell'arte collegata al benessere è quindi presente in tutte le mie attività, quella artistica, quella curatoriale e progettuale. Insegno l'acquerello a piccoli gruppi di persone come metafora del lasciar andare e del trovare benessere in questa pratica quasi meditativa. Porto le persone a vedere l'arte insegnando loro come si guarda un'opera affinché questa ti parli e ti faccia star bene. Curo mostre in cui inserisco percorsi audio di meditazioni guidate che regalano una pausa di benessere a chi le ascolta. Realizzo le mie opere d'arte: dipinti ad acquerello e a olio e ceramiche nei quali il tema della natura e dell'interdipendenza tra gli esseri viventi si integra con il tema del prendersi cura, del curare le ferite, dell'arte che dà sollievo e gioia. Sono anche una art advisor specializzata nel consigliare alle persone opere d’arte adatte a loro e che le facciano stare bene, con un occhio anche al mercato, identificando artisti emergenti, o affermati, secondo le esigenze di ciascuno. Queste molteplici identità fanno parte della mia personalità, si nutrono l'una con l'altra, mi nutrono e nutrono chi mi segue come allievo, spettatore, amico. Posso dire che l'arte mi porta benessere in tante forme e in tanti modi di lavorare con lei.



SPPP: L’arte è per te portatrice di benessere. Questo tema è centrale nei workshop di acquerello che conduci in natura, all’Oasi Zegna, puoi raccontarci questo progetto e com'è nato?

MP: Sono appassionata della montagna preservata e bella dell'Oasi Zegna e parlando con Anna Zegna tempo fa, ci è venuto in mente di proporre i miei workshop di acquerello nella natura dell'Oasi per chi desidera imparare questa tecnica dipingendo en plein air. Insegno a dipingere i rododendri, la natura del Bosco, le Montagne. I panorami sono di grande ispirazione. I prossimi workshop si terranno il 24 e il 25 maggio. Dipingeremo la Conca dei Rododendri e il Bosco del Sorriso. Collaboro inoltre proprio con l'azienda Zegna e tengo workshop per i loro clienti internazionali in un rifugio situato nell'Oasi. Mi piace molto entrare in contatto con persone di diverse culture che adorano l'Italia, la nostra cultura e la nostra tradizione e che amano imparare l'arte in natura.



SPPP: Come riesci a trasmettere il benessere attraverso l'arte nei tuoi workshop e percorsi guidati? Avresti voglia di condividere qualche esperienza avuta che ti ha particolarmente segnata?

MP: Nei miei percorsi di arte e benessere il mio approccio è molto introspettivo e meditativo. Ho studiato e ho esperienza di tante tecniche di meditazione, e essendo io stessa artista, conosco bene le tecniche che gli artisti utilizzano. Questi " ingredienti", uniti alla mia formazione storico artistica, curatoriale e museale, mi permettono di creare un percorso su ciascun artista e di presentare alle persone un viaggio nel suo mondo creativo. La meditazione guidata è quella che le persone apprezzano particolarmente, è un dono che penso di avere, quello di saper sintetizzare con la parola quello che un artista comunica con la sua arte e di rendere suggestivo e immersivo il racconto.
Nei workshop di acquerello conduco le persone a dipingere la natura passo dopo passo, attraverso una didattica strutturata, che lascia spazio alla macchia imprevista e all'errore come parte del processo di apprendimento. Insegno a lasciar andare il giudizio e il controllo e a entrare nel flusso creativo con fiducia. Così l'acquerello diventa strumento di benessere per chi lo pratica.
Mi colpisce e mi dà soddisfazione quando le persone mi dicono "Grazie, perché con te ho riacquistato fiducia in me e nelle mie capacità creative" e ancora "Non pensavo che si potesse stare così bene dipingendo ad acquerello".



SPPP: Qual è il ruolo della montagna nella tua arte e come ti aiuta a trovare centratura e forza?

MP: La montagna per me è un simbolo molto potente, è sinonimo di forza e di centratura, perché la vista delle montagne mi fa sentire protetta, al sicuro, centrata. Nella mia arte lavoro soprattutto sul tema dell'interdipendenza tra tutti gli esseri: noi siamo montagne e le montagne a loro volta sono fatte da uomini e donne, da animali e vegetali. Spesso infatti le mie montagne dipinte o di ceramica sono abitate da creature viventi. Un altro tema importante è quello del cambiamento climatico. Ho realizzato una serie di dipinti sul tema dell'inversione termica, questo fenomeno climatico che si notava quest'inverno, quando la base delle montagne erano innevate o ghiacciate mentre le cime erano rocciose o verdi. L'opposto di quello che dovrebbe succedere. Ho quindi dipinto degli acquerelli sui quali ho ricamato con il filo rosso le ferite sulle montagne. Le ferite delle montagne sofferenti, che io riparo con il filo.



SPPP: Quali sono i benefici specifici che vedi nell'insegnare l'acquerello come forma di meditazione e come può aiutare le persone a lasciar andare? Hai qualche progetto che vorresti realizzare di cui vorresti parlare?

MP: L'acquerello secondo me è una metafora della vita. L'acqua va dove vuole e il colore si deposita in posti inaspettati. Capisci cosa succede solo quando asciuga e allora devi pensare a quale mossa successiva fare. Come negli scacchi. Non puoi controllare l'acqua, devi per forza lasciar andare il controllo, se no non funziona. E anche gli errori, le macchie meno riuscite, possono diventare belle, perché bisogna saperle trasformare, come se fossero delle opportunità. Per me l'acquerello  è come la vita: l'errore diventa un'opportunità, un'occasione di bellezza e di creatività.
Un bel progetto che si concretizza tra pochi mesi di cui sono molto felice coinvolgerà un bel gruppo di persone che sono state in cura oncologica e insegnerò loro l'acquerello nel bellissimo giardino di una delle residenze sabaude, la Villa della Regina a Torino. Sono felice di portare al gruppo benessere e cura attraverso la pratica dell'acquerello.
Per il futuro infine mi auguro di esporre presto i miei lavori, così potrete vedere dal vivo le mie Montagne!


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